Olio extravergine di oliva: proprietà benefiche.



Buona Domenica a tutti. Questa settimana parliamo di uno dei prodotti per eccellenza della dieta sana e naturale, ovvero dell’olio extravergine di oliva.

L’olio extravergine d’oliva è il fiore all’occhiello della dieta mediterranea. Nuove evidenze scientifiche certificano le tante proprietà benefiche di questo prezioso alimento, che vanno ben oltre la nota protezione di cuore e arterie.

Si tratta di una ricerca che in Spagna ha coinvolto oltre 40.000 soggetti tra i 29 e i 69 anni, arruolati all’interno di un più ampio progetto europeo sulla valutazione del nesso tra comportamenti alimentari, malattie e mortalità. Nell’arco di 13 anni di osservazione, in chi assumeva regolarmente un paio di cucchiai di olio di oliva al giorno si è registrata una diminuzione del 44% dei decessi per malattie cardiache e del 26% per altre cause.

Come è noto, l’olio d’oliva più pregiato è l’extravergine: quello di prima spremitura, a bassa acidità, ottenuto con soli metodi meccanici (senza manipolazioni chimiche) e “a freddo” (a temperature inferiori a 27 C°, che ne consentono il mantenimento delle caratteristiche organolettiche e delle qualità nutrizionali).

Ciò che rende l’olio extravergine d’oliva un alleato della salute cardiovascolare è il significativo contenuto di benefici grassi monoinsaturi, tra cui l’acido oleico, che favoriscono il controllo del colesterolo “cattivo” (LDL) e l’ottimizzazione del colesterolo “buono” (HDL).

Ma l’olio extravergine d’oliva esercita anche un’importante azione anti - invecchiamento, non solo della pelle, ma di tutto l’organismo in generale. Si deve principalmente alla sua ricchezza in polifenoli e vitamina E, che, insieme ai carotenoidi (soprattutto betacarotene), contrastano radicali liberi, stress ossidativo e infiammazione.

E le proprietà dell’olio extravergine d’oliva non finiscono certo qui. Altamente digeribile, questo vero e proprio cibo-medicina allontana il rischio di alcuni tipi di cancro, contribuisce a regolare la funzionalità gastrica, promuove il benessere del fegato, aumenta la secrezione di bile, è utile per regolarizzare la pressione sanguigna e consumato a digiuno aiuta anche a combattere la stitichezza.

Come consumare l’olio extravergine d’oliva?

Quest’olio esprime il meglio delle sue qualità se aggiunto a crudo. Ma è preferibile agli altri condimenti grassi anche per cuocere e friggere: l’extravergine d’oliva ha infatti un alto “punto di fumo”, ossia quella temperatura a cui un grasso inizia a decomporsi, sprigionando sostanze nocive.

Al di là di preferenze legate al gusto personale, per scegliere l’olio extravergine d’oliva migliore ci sono quattro aspetti da tenere d’occhio.

L’etichetta: innanzitutto, per poter essere chiamato olio extravergine di oliva, la bottiglia deve riportare la dicitura “olio di oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici”. A tutela del consumatore la normativa impone di indicare la provenienza delle olive e la sede del frantoio. L’olio extravergine italiano è, se non il migliore in assoluto, sicuramente tra i più controllati ed apprezzabili. Per quel che riguarda l’extravergine, l’Italia è al primo posto per numero di DOP (denominazione di origine protetta) e IGP (indicazione geografica protetta).

La bottiglia: le più adatte sono quelle in vetro scuro o addirittura rivestite (in genere con pellicole d’alluminio), per difendere l’olio dal processo di ossidazione e deterioramento che i suoi composti subiscono quando sono esposti alla luce.

La “prova palato”: se l’olio ha un gusto un po’ piccante e lascia in bocca note amare (ma gradevoli) è un segno della sua ricchezza in polifenoli antiossidanti.

Il prezzo: un litro di olio extravergine di qualità non può costare meno di 6-7 euro. Non poco, certo. Ma per un alimento così prezioso ne vale la pena. Volete farvi un ulteriore regalo? Sceglietelo da agricoltura biologica. 

Olio nuovo 2014

Purtroppo però non si può dire lo stesso dell’olio dell’annata di produzione 2014. Vediamo in insieme il perché.

Va predetto che l’azione delle basse temperature ha un’influenza notevole sulla fisiologia della pianta. Per certe specie, l’esposizione alle basse temperature invernali è indispensabile per bloccare la dormienza di gemme e di semi. Si parla quindi di specie che, in questi casi, (come nel caso dell’estate del 2014 dove le temperature sono state notevolmente basse rispetto alla media, specie in zone collinari) assumono durante questo periodo lo stato di dormienza.

Altre specie, invece, come l’olivo, sono quiescenti: durante l’inverno non sono capaci di entrare in riposo vegetativo completo (la dormienza rappresenta perciò, rispetto alla quiescenza, un più efficace meccanismo di difesa dai geli e da varie malattie).



Tutto questo, ovviamente, va ad influire anche sulla produzione di gemme, frutti e quindi semi da parte della pianta stessa. Ugualmente è avvenuto per l’olivo. Le basse temperature di questa terribile estate hanno portato ad una bassissima produzione di olive e quindi di olio da parte degli agricoltori, i quali, per non perdere l’investimento fatto ed avere un ricavo comunque considerevole, hanno abusato di fitofarmaci e prodotti chimici sintetici per aumentare la produzione di olive da parte delle piante.

Ciò porta ad un’innaturale sviluppo fisiologico dei frutti e quindi ad una insana struttura chimico-fisica degli stessi.

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